neuromodulazionecognitiva

Gli strumenti obiettivi che abbiamo a disposizione, Elettroencefalogramma con potenziali evocati, Neuromodulazione Cognitiva, Profilo da stress, Biofeedback e Profilo di personalità ci forniscono il reale modello di funzionamento dal quale possiamo partire per migliorare la nostra qualità di vita.

Disturbo d'ansia

L’ansia è una risposta fisiologica del nostro organismo agli eventi in grado di modificare lo stato cognitivo ed emotivo del nostro sistema.
È accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno. (DSM-5)

È una apprensione per un pericolo imminente non ben definito. 

È il sentimento nervoso che si manifesta prima di qualsiasi evento della vita. è un’eco naturale della reazione di “lotta o fuga” innescato da una scarica di adrenalina.

Si tratta di un’emozione normale messa a punto dall’organismo come meccanismo di allarme per evitare dei pericoli che direttamente o indirettamente minacciano la sopravvivenza.

Nel tempo, il concetto di minaccia si è dilatato: le ansie ora ruotano intorno alla salute, al lavoro, al denaro, alla vita familiare e ad altre questioni cruciali.

Quando questa sensazione si presenta con una certa regolarità e con livelli sproporzionati rispetto allo stimolo, si può sviluppare un problema in grado di compromettere la qualità della vita a livello psichico e fisico.

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Disturbo depressivo

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da sintomi come: profonda tristezza, calo della spinta vitale, perdita di interesse verso le normali attività, cambiamento nel contenuto dei pensieri, disturbo nelle funzioni cognitive e sintomi vegetativi come alterazione del sonno e dell’appetito.

E’ utilizzata per riferirsi ad uno qualsiasi dei diversi disturbi depressivi distinti nel DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manula of Mental Disorders.

Può manifestarsi a qualsiasi età ma si sviluppa tipicamente durante la media adolescenza. Nei bambini e adolescenti i sintomi e spesso le cause sono diverse.

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Disturbi specifici dell'apprendimento

I disturbi dell’apprendimento si classificano in:

  • Dislessia: compromissione della velocità e/o correttezza della lettura con ripercussioni anche sulla comprensione del testo
  • Disortografia: difficoltà nelle applicazioni delle regole ortografiche, accuratezza spelling, grammatica e punteggiatura. Chiarezza /organizzazione dell’espressione scritta.
  • Disgrafia: compromissione del tratto grafico
  • Discalculia: deficit che interessa l’area del calcolo e del ragionamento matematico

I DSA sono spesso associati tra loro ed è bene ricordare che interessano bambini e adolescente con un quoziente intellettivo nella norma, che non presentano problemi sensoriali specifici (vista e udito) o deficit neurologici e che hanno avuto adeguate possibilità di familiarizzazione con la lingua scritta.

Non si rilasciano certificazioni diagnostiche previste dalle norme ministeriali

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Disturbo da deficit di attenzione/iperattività ADHD

Caratteristiche persistenti di disattenzione e/o iperattività/impulsività che interferiscono con il funzionamento o lo sviluppo. Si suddivide nelle categorie:

  • Manifestazione Combinata: sono presenti sintomi di disattenzione e iperattività/impulsività.

  • Manifestazione con disattenzione predominante: soddisfatto solo il criterio di disattenzione SENZA impulsività/iperattività. Il soggetto non presta attenzione, commette errori nei compiti scolastici di distrazione non di apprendimento. Ha difficoltà a mantenere attenzione per tempo prolungato, non sembra ascoltare, non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici.

  • Manifestazione con iperattività/impulsività predominanti: soddisfatto solo il criterio di iperattività/impulsività SENZA disattenzione. Il soggetto si agita o si dimena sulla sedia. Spesso non riesce a rimanere seduto, scorrazza o salta in situazioni inappropriate; negli adolescenti e adulti si esprime con il sentirsi irrequieti. Il soggetto parla troppo, non rispetta il proprio turno, interrompe gli altri, è invadente. Risponde prima che sia completata la domanda.

I sintomi devono persistere per almeno 6 mesi. Devono essere presenti prima dei 12 anni; devono presentarsi in 2 o più contesti e devono interferire e/o ridurre la qualità della vita sociale, scolastica e lavorativa.

E’ molto importante fare una ottima diagnosi differenziale e stabilire le comorbilità con altre patologie.

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Cefalea

La cefalea è un sintomo ( cioè un segnale che ci informa che qualcosa non và ). Le cause della cefalea sono moltissime, di conseguenza curare la cefalea vuol dire essere in grado di comprendere l’eventuale fattore scatenante.

Possiamo identificare:

  • cefalee di tipo vascolare
  • cefalee post traumatiche
  • cefalea tumorali

Il trattamento delle cefalee è differente in relazione alla causa scatenante.
E’ importante eseguire tutte le indagini di laboratorio e strumentali in grado di capire il fattore scatenante e attuare il trattamento più idoneo.

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Insonnia

Il sonno rappresenta il 50% della nostra vita, ad esso si associano la gran parte dei benesseri e malesseri della nostra vita. Durante il sonno si realizzano manifestazioni psicologiche e neurofisiologiche. Esso si organizza in diversi livelli riconoscibili sia in base alla frequenza che alla comparsa di grafoelementi riconoscibili in tutte le manifestazioni che si traducono nel tracciato EEG registrato durante il sonno.

Lo studio del sonno è diventato possibile dopo la scoperta dell’attività bioelettrica del cervello, grazie ai lavori di Berger agli inizi del 1900 , la registrazione di queste attività portò negli anni 50’ alla scoperta delle diverse fasi in frequenza che costituivano il sonno.
Un aspetto stabile della nostra attività bioelettrica è il ritmo alfa che è possibile attivare con la semplice chiusura degli occhi. Esso è localizzato nella nostra parte posteriore della testa.

Il sonno è suddivisibile in diverse fasi ; I II III IV REM.

Possiamo rappresentare l’organizzazione del sonno come la discesa di una scala con 4 gradini , il passaggio dalla fase I alla fase II III IV avviene con una lenta e progressiva riduzione della frequenza dopo la fase IV l’attività bioelettrica realizza un aumento della frequenza a cui si associano i movimenti oculari rapidi (REM) , alla fase REM segue il rallentamento elettrico; il ciclo ricomincia con una durata di 60-90 minuti . Il sonno è un bioritmo regolato da molteplici fattori sia endogeni che esogeni. Il fattore esogeno più potente è la luminosità la quale induce la variazione quantitativa della MELATONINA (un derivato del Triptofano prodotta dalla GHIANDOLA PINEALE). Quando la luminosità si riduce si induce un’aumento della melatonina, quando la luminosità aumenta la melatonina diminuisce. Un buon sonno ci permette un recupero ottimale delle prestazioni psicofisiche migliorando le nostre capacità di adattamento.

L’insonnia è la rottura di questo delicato ritmo della nostra vita , e come descritto in precedenza la perdita di un buon sonno induce effetti importanti: sonnolenza diurna, faticabilità, disordini cognitivi e umorali. Diventa importante avere un buon ciclo di sonno-veglia perché da esso dipende il nostro benessere psicofisico e quindi un buon adattamento alle diverse contingenze che ognuno di noi affronta nelle vita quotidiana e relazionale.

Si riconoscono diversi tipi di sonno, identificabili grazie alle registrazioni EEG del sonno, diventa quindi fondamentale riconoscere i fattori che disorganizzano il sonno prima di avviare un trattamento.

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Parkinson

Questa patologia è la conseguenza della riduzione della DOPAMINA da parte della substantia nigra, un nucleo situato nel tronco encefalo.

La scoperta della dopamina è avvenuta negli anni 60’ a cui è seguito il trattamento sostitutivo con un precursore L-DOPA che nel nostro organismo si trasforma in dopamina.

La malattia venne identificata da un medico inglese Parkinson che ne descrisse gli aspetti clinici rilevanti: tremore a riposo, ipertono plastico, rallentamento psicomotorio, ipomimia e riduzione del blink.

E’ una patologia che oggi si può curare bene e possiede un ampio repertorio di farmaci che permettono di mantenere in modo adeguato la qualità della vita.

Diventa fondamentale eseguire tutte quelle valutazioni neuropsicofisiologiche in grado di definire in modo adeguato lo stadio clinico e studiarne la variazione nel tempo.

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Demenza

E’ un disordine degenerativo primario del sistema nervoso con un quadro clinico polimorfo, all’interno del quale si esprimono sintomi cognitivi, comportamentali e psichiatrici.
L’ eziologia è multifattoriale ed esistono degli elementi sintomatici all’interno del quadro clinico che giustificano la definizione della malattia come un’entità clinica dal decorso variabile per i seguenti aspetti:

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Dove siamo

Ambulatorio di Neuropsicofisiologia
Via M. Buonarroti, 33
20881 Bernareggio (MB)

Studio di Psicologia
Via Garibaldi, 26
24122 Bergamo

Clinica Diagnostica Dott. Lorenzo Trezza
Centro Studi Medico Diagnostici s.r.l.
Via Volta 31A/35A, Carnate (MB)

 https://www.clinicadiagnostica.it/